Un primo sguardo sulla scuola in Svizzera

Sono sempre più numerose le persone che si trasferiscono all’estero con i figli. In Svizzera, che aderisce all’area Schengen, i cittadini europei possono accedere allo strumento del ricongiungimento familiare. 

Con esso si aprono una serie di domande sul presente e sul futuro dei bambini e del nucleo ricomposto.

La scelta della scuola, le differenze nel sistema scolastico, l’inserimento in un nuovo contesto di vita e di relazioni, la radice culturale e la lingua italiana che molti genitori desiderano che i figli conservino. 

Non è possibile in un solo articolo rispondere ai tanti dubbi e alle tante incertezze che possono emergere riguardo a questi importanti temi, di certo esistono diverse possibilità che schematicamente, promettendo di tornare sull’argomento di volta in volta, proveremo a mettere nero su bianco. 

Cominciamo a riassumere il sistema scolastico svizzero che, nonostante i tentativi di armonizzazione, presenta delle differenze da Cantone a Cantone. 

Possiamo in generale affermare che il ciclo scolastico obbligatorio vero e proprio comincia presto, tra i 4 e i 5 anni del bambino. Dura 11 anni ed è gratuito. 

Le “elementari”, che includono in alcuni Cantoni anche il ciclo precedente assimilabile alla scuola d’infanzia con uno o due anni obbligatori di “kinder garden” – “creche”, durano tra i sei e i sette anni.. La scuola pubblica è assegnata d’ufficio a seconda del quartiere di residenza e non si può cambiare a meno di eccezioni. Tra gli 11 e i 12 anni comincia un ciclo scolastico di tre anni detto scuola secondaria 1. Con la scuola secondaria di primo grado termina il ciclo scolastico obbligatorio. 

Successivamente subentra la formazione post-obbligatoria segnata per due terzi degli studenti dal cosiddetto sistema duale, perlopiù caratteristica dei paesi germanofoni. 

Il sistema duale, che concerne le carriere scolastiche avviate verso l’apprendimento di una professione, prevede un duplice impegno dello studente – apprendista. Una parte della sua formazione sarà in azienda o presso un altro luogo di lavoro (conseguirà per questo uno stipendio fino al termine del periodo di apprendistato). Un’altra, uno o due giorni per settimana, sarà presso una scuola di formazione professionale. 

Il sistema duale che per alcuni osservatori sarebbe un fiore all’occhiello del sistema scolastico svizzero, ed in parte effettivamente pare limitare molto la disoccupazione, presenta anche alcune imperfezioni. Non ci interessa qui entrare nel merito di discussioni dal carattere più politico sul senso di questa impostazione pragmatica per la società, restiamo invece sul piano del funzionamento dello strumento che non sempre risulta efficiente. 

Uno dei più limiti più evidenti nella messa in pratica di questo dispositivo è che i posti per l’apprendistato troppo spesso non soddisfano il numero di richieste degli studenti in formazione. Ciò accade sopratutto per i posti di apprendistato considerati più appetibili sul mercato del lavoro. 

Lo studente che non accede al posto di apprendista, in attesa di trovare ciò che corrisponde ai suoi desideri, dovrà attendere con il rischio di rinunciare agli studi. 

Torneremo anche su questo argomento nei prossimi articoli. Per completare il discorso ora accenniamo alle altre due formazioni secondarie di secondo grado in Svizzera. Quella liceale, o scuola di maturità, che dà accesso all’università e in esclusiva ai politecnici, e le scuole specializzate di maturità (quella del commercio ed altre di diverso indirizzo) che offrono un lasciapassare diretto sopratutto per alcune facoltà universitarie. 

Negli altri casi, per le maturità cosiddette professionali, è possibile giungere ai Politecnici attraverso un’integrazione di qualche anno o il superamento di prove di ingresso. Altrimenti è  possibile proseguire gli studi professionali anche nel terzo ciclo universitario accedendo alle scuole universitarie professionali.

Il quadro fin qui presentato è, come già affermato, schematico e non può riassumere le tante opportunità, anche di integrazione tra carriere di studio, introdotte più recentemente per rendere il sistema più flessibile ed egualitario. Si può ricorrere ad esempio alla cosiddetta “passerella” o “passerelle”, un esame complementare alla maturità specializzata o professionale che permette agli studenti di accedere agli studi universitari e alle alte scuole pedagogiche.

Prima di fermarci però vale la pena sottolineare come nel sistema scolastico svizzero non sempre sia prevista la possibilità di includere bambini e bambine disabili, autistici o con altre problematiche, persino di carattere comportamentale, nella scuola ordinaria. 

In molti cantoni si sta lavorando per colmare questo divario ma tanto resta ancora da fare, culturalmente e economicamente, per aumentare i posti disponibili in inclusione e in accompagnamento. In generale nella scuola svizzera non è raro anzi è considerato tuttora legittimo che vi siano forme di separazione tra studenti più o meno “capaci” di apprendere, con classi di recupero e classi specializzate all’interno dello stabilimento scolastico o con scuole specializzate poste al di fuori di esso. 

Per maggiori informazioni, in attesa degli approfondimenti che pubblicheremo sull’argomento, vi preghiamo di rivolgervi ai nostri uffici che saranno come al solito ben lieti di indirizzarvi per il meglio.